Smart working e diritto alla disconnessione
Il massiccio ricorso allo smart working, dovuto alla pandemia da Covid-19, ha accesso i riflettori sui vantaggi del lavoro agile ma anche sulle sue criticità. In un articolo pubblicato il 16 aprile 2021 su Donnamoderna.com l’esperto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Antonello Orlando, commenta la necessità del diritto alla disconnessione, per tutelare i tempi di riposo e la salute del lavoratore agile, alla luce del recente emendamento al decreto Covid approvato dalle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera per il settore privato. “Quello compiuto con l’approvazione dell’emendamento è un primo passo, perché finora potevamo contare su una legge, la n.81 del 2017, che di fatto era una norma vuota, senza una connotazione pratica” spiega Orlando. “Il diritto alla disconnessione – continua – era già previsto dalla legge di quattro anni fa ma come mera dichiarazione di intenti, alla quale non sono seguite, però, norme che indichino come attuare questo principio”. Nell’articolo l’esperto si sofferma sull’opportunità del legislatore di dare attuazione concreta a queste indicazioni, pur tenendo conto delle differenze tra i settori, apportando un quadro sanzionatorio in caso di inadempienza (attualmente assente) e con uno sguardo agli esempi virtuosi fuori dall’Italia.
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